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Attività del Vulcano dal 31 marzo al 1 aprile 2021

Informazioni utili a cura del Vulcanologo Dott. Salvatore Caffo:

 

Cronaca dell’evento eruttivo del 31/3/2021 – 01/04/2021

 

Con un’anomalia termica alla base meridionale del Cratere di Sud-Est osservata intorno alle ore Locali 10:30, ha inizio la lunga ed articolata attività eruttiva del 31 marzo-01 aprile 2021 che, culminerà nel 17 °episodio parossistico, dal 16 febbraio 2021.

Parossismo: dal gr. παροξυσμός «irritazione, esasperazione», rappresenta l’acme del complesso dei fenomeni eruttivo/esplosivi dell’attività dell’Etna e ne costituisce la fase più acuta, attraverso il lancio di brandelli di lava di varia grandezza.

L’anomalia termica, dovuta ad una colata lavica, generatasi lungo il campo di fratture, che ha alimentato le colate laviche, sviluppate nella stessa area a partire dal mese di marzo 2021, veniva successivamente confermata attraverso rilievi sul posto, che confermavano l’apertura di una bocca effusiva, originatasi nel campo di fratture posto alla base meridionale del Cratere di SudEst.

La bocca effusiva alle ore 16:30 del 31/3/2021 era attiva ed alimentava un campo lavico costituito da diversi flussi lavici, che si propagavano in direzione SSO, S e SSE e che erano ancora debolmente attivi nella tarda mattinata dell’01/4/2021.

A partire dalle ore 19:30 ora locale si osservava un incremento dell’ampiezza del tremore vulcanico e un incremento nella frequenza di accadimento e nell’ampiezza degli eventi infrasonici. Si rilevava altresì un’attività stromboliana con emissione di cenere dal Cratere di SudEst.

A partire dalle ore 01:00 del 01 aprile 2021, l’attività stromboliana al Cratere di SudEst gradualmente passava a fontana di lava: (ore 02.55 ora locale) producendo una nube eruttiva di piroclastiti alta circa 7000 m. s.l.m., tanto da raggiungere e superare succesivamente i 9000 m. s.l.m. con dispersione in direzione SSO.

L’ampiezza del tremore vulcanico ha evidenziato una continua crescita dei valori sino a circa le 08:00 ora locale del 01/4/2021, quando ha iniziato a mostrare una diminuzione significativa del gradiente di crescita.

L’attività infrasonica ha raggiunto livelli molto alti sino alle ore 04.00 del 01/4/2021.

Boati molto potenti e udibili a notevole distanza si sono prodotti sino alla tarda mattinata del 01 aprile 2021.

È stata rilevata una modesta deformazione dalla stazione del Cratere del Piano.

Alle ore 10:00 dell’01/4/2021 la fontana di lava prodotta dal Cratere di SudEst è cessata, permanendo un’intensa attività esplosiva, che ha prodotto una nube di ceneri vulcaniche alta circa 5500 m s.l.m., che si disperdeva in direzione Milia e Nicolosi.

 

Per approfondire

 

Qualsiasi attività vulcanica, parossistica o di modesta entità, è dovuta direttamente o indirettamente alla liberazione più o meno violenta dei gas disciolti molecolarmente nel magma.

Il modo in cui si manifesta la separazione della fase gassosa dal resto della massa silicatica fusa, è funzione della viscosità del magma e delle condizioni fisico-chimiche che determinano la sua ascesa.

Molti vulcani, tra cui l’Etna, presentano un’attività mista: effusiva ed esplosiva.  Al fine di meglio comprendere la dinamica della risalita e messa in posto dei magmi lungo i condotti eruttivi, nonché del tipo di attività vulcanica, sarà necessario stabilire il valore assunto dal rapporto tra: la Pressione interna, dovuta alla somma delle tensioni di vapore parziali esercitate dai gas disciolti molecolarmente nel magma e la Pressione esterna, che ad essa si oppone.

In condizioni di equilibrio termodinamico il rapporto tra Pinterna e Pesterna tende ad assumere un valore prossimo ad 1. A grande profondità, la Pesterna è data dalla somma della P idrostatica dell’intera colonna magmatica sovrastante a cui bisogna aggiungere la Resistenza dovuta alla Viscosità del magma. Se per ragioni geodinamiche, il dicco magmatico viene a portarsi ad una profondità minore, il rapporto: Pinterna /Pesterna tenderà ad assumere valori prossimi o superiori al valore di equilibrio, e conseguentemente la Pesterna diventerà inferiore alla somma delle Tensioni di vapore parziali, esercitate dai gas disciolti molecolarmente nel magma; al fine di ristabilire termodinamicamente la condizione di equilibrio, un’enorme quantità di gas si libererà formando delle bolle (Slug) e darà inizio alla risalità del magma lungo i condotti eruttivi, creando le condizioni fisiche per l’innesco di una nuova attività vulcanica.

L’Etna è caratterizzata da un’attività persistente, tipica dei vulcani a condotti aperti e a magma fluido; tale attività consiste nella liberazione dei gas, ad intervalli più o meno regolari, alla superficie della colonna magmatica e con esplosioni, durante le quali, vengono ejectati in alto brandelli di magma. Ciò è dovuto ad una fluttuazione intorno all’equilibrio termodinamico tra Pesterna e Pinterna e può persistere a lungo finché non viene turbata da eventi estranei al sistema.

Sull’Etna, in seguito ad una rottura dell’equilibrio dinamico che regna durante l’attività persistente, si verificano delle eruzioni a condotto aperto. Ciò avviene generalmente, attraverso l’apertura di una fessura eruttiva in profondità, nella quale il magma iniettandosi, determina un brusco abbassamento della colonna magmatica nel condotto, provocando la diminuizione della Pidrostatica e la conseguente eruzione terminale. Le eruzioni terminali di magmi fluidi rappresentano pertanto, la risposta violenta ad un rapido abbassamento della colonna magmatica in seguito all’aprirsi, in profondità, di una fessura eruttiva che non raggiunge la superficie. L’intensità di un’eruzione terminale dipende dall’ampiezza della fessura e dalla rapidità con la quale essa si apre. La fenomenologia di un’eruzione terminale, può essere schematizzata nel modo seguente: in seguito all’abbassamento della colonna magmatica, l’attività persistente si riduce ad emissione di vapori dai condotti. Spesso, il materiale incoerente delle pareti del cratere frana, otturando il condotto, cosicché si ha l’impressione che il vulcano sia inattivo; il magma più profondo già saturo di gas diviene soprassaturo e comincia a schiumeggiare. L’eruzione inizia con una forte esplosione che svuota il condotto precedentemente riempito dal materiale franato; seguono lanci di scorie e di brandelli di lava, che aumentano a tal punto da formare fontane di lava alternate a efflussi di lava. L’intensità di quest’attività va man mano diminuendo con fluttuazioni, finché tutto il piromagma si è degassato. Dopo una tale eruzione, segue un periodo di esaurimento.

Se l’eruzione terminale è particolarmente violenta, i gas erompenti frantumano e polverizzano il magma producendo eruzioni di scorie, lava polverizzata e ceneri vulcaniche. Questi fenomeni sono avvenuti: nel versante meridionale dell’Etna, nel 2002 alle bocche di 2750-2800 m. s.l.m.; o ripetutamente al Cratere subterminale di Sudest,nel corso dell’attività effusiva del periodo 14 luglio 2006 – 15 dicembre 2006, sino a quelli occorsi nei recenti parossismi.

 

Eruzioni laterali

 

Talvolta, precedute da intensi sciami sismici, provocati dalla formazione in profondità di fratture radiali, che si aprono a scatti, progredendo sino alla superficie dell’edificio vulcanico, hanno luogo le eruzioni laterali.

 

In questi casi, il piromagma del condotto, penetra immediatamente nella fessura, contribuendo alla sua apertura sino a raggiungere la superficie. Seguono violente esplosioni, che lanciano in aria la breccia di apertura e successivamente scorie e brandelli di lava, che accumulandosi lungo la fessura, producono dei coni di materiale piroclastico noti come coni avventizi. Dalle bocche più alte si liberano gas carichi di scorie e brandelli di lava, mentre dalla parte più bassa della fessura eruttiva, vengono emesse potenti colate di magma parzialmente degassato. Seguirà una sensibile diminuizione della Pidrostatica e un abbasamento della colonna magmatica nel condotto centrale.

Una grande quantità di ipomagma si trasforma in piromagma, liberando violentemente gran parte dei suoi gas dai Crateri sommitali, sotto forma di enormi boli carichi di “cenere”.

Il tempo e le modalità di un’eruzione laterale saranno funzione delle variabili termodinamiche, che sovrintendono il sistema, e sino a quando non verrà raggiunto un nuovo stato di equilibrio, l’eruzione continuerà sino al completo esaurimento.

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